Bentrovate e bentrovati! Spero siate comod* e rilassat* dopo le feste, e che – tra una fetta di panettone e una di cotechino – abbiate voglia di fare due chiacchiere. Di solito dico che immagino di ritrovarvi come si ritrovano due vecchi amici davanti a una birra: per questa volta, va bene anche un Gaviscon.
Sarò breve, un po’ perché quest’anno avremo tanto di cui parlare, un po’ per non darvi ancora qualcosa di pesante da digerire.
In primis, mi scuso per il ritardo di tre mesi. Avevo promesso di farmi risentire a ottobre, e invece sono qui a farvi gli auguri per l’anno nuovo (e in più con un numero uscito nel giorno sbagliato della settimana! Ma non temete, torneranno le nostre consuete chiacchiere domenicali).
In secondo luogo – che poi è legato al primo – questo lungo silenzio è in realtà frutto di profondi cambiamenti: Education Around non è più la stessa di un anno fa, e nemmeno la stessa di sei mesi fa.
Ma cominciamo da capo.
Vi ho già parlato del processo di ricostruzione avviato nel corso dell’anno appena concluso. Oggi è passato un anno dal momento in cui tutto ha iniziato a crollare, e mentre scrivo questa newsletter riaffiorano in me i ricordi delle domande che ci ponevamo 365 giorni fa: vogliamo restare in piedi? Ne abbiamo le forze? Vogliamo consolidare ciò che abbiamo già o costruire qualcosa di nuovo e radicalmente diverso?
Ma la terza domanda era ancora precoce e ambiziosa, perché prima di occuparcene dovevamo assicurarci che la risposta alle prime due fosse un sì deciso. Se la prima lo era per certo, la seconda ci faceva temere di non farcela.
Le forze, senza giri di parole, mancavano. Prima ancora di costruire qualcosa di nuovo, era necessario tenere insieme le fondamenta di Education Around – le persone che ne facevano parte. In mesi e mesi di lavoro siamo riusciti a restare in piedi, ma tutte le nostre energie sono state impiegate in questa piccola grande impresa.
Dopo sei mesi abbiamo iniziato a chiederci chi fossimo, cosa fosse Education Around, che identità volessimo attribuirle. Ci siamo dati delle prime risposte, individuando alcune parole chiave che ci accompagnassero nel nostro nuovo percorso.
In questi sei mesi di silenzio abbiamo lavorato perché queste risposte prendessero una forma chiara, definendo tanto la nostra identità quanto la nostra azione concreta. E poi, rispetto a quest’ultima, che indicassero tanto il fine ultimo del nostro operato – la nostra vision – quanto le modalità in cui cerchiamo di raggiungerlo – la nostra mission.
Oggi Education Around torna come una nuova associazione, che avrà un volto nuovo e una carta d’identità condivisa con tutti e tutte. A differenza del passato, un elemento cardine di questa identità sarà proprio l’impatto che cerchiamo di avere sul mondo che ci circonda, il tentativo di essere agenti di cambiamento – dunque generarlo positivamente, attraverso un contributo attivo – e non semplici osservatori.
Il nostro obiettivo, e quindi la nostra vision, è realizzare
Un sistema educativo al centro della società che promuova il confronto e la partecipazione attiva e che sia pienamente accessibile, contrasti le disuguaglianze, e favorisca lo sviluppo delle persone e delle comunità.
Essere al centro della società significa essere rilevanti in un ecosistema a partire dall’osservazione di ciò che accade intorno a noi, e del dialogo che da questa scaturisce.
Per questo motivo, per i prossimi mesi la nostra riflessione cercherà di osservare, commentare e rispondere alle politiche proposte e attuate a livello nazionale ed europeo, per comprenderne in primis le possibili ripercussioni sulle persone, sulle comunità e sui territori, sul loro sviluppo e sul loro percorso di realizzazione.
Il 25 settembre – questa domenica in settembre non sarebbe pesata così, cantava qualcuno – ci ha dimostrato, ancora una volta, che non è più il momento di tacere. Davanti a una nuova realtà fondata sull’affermazione di privilegi sopra diritti, che promuove paura dell’Altro contro la solidarietà, che misura le persone come strumenti di produzione, serve far sentire la propria voce ancor più forte.
Oggi come un anno fa, davanti a un apparente crollo di ciò che ci appartiene raccogliamo una sfida che può sembrare insormontabile, e rispondiamo rivendicando ciò che siamo, lottando ancor più duramente, facendo sentire ciò che abbiamo da dire.
Alla trita retorica del merito e della meritocrazia, dell’umiliazione e dei traguardi rispondiamo ribadendo con forza il valore di ciascuno, sottolineando l’importanza del percorso, rivendicando spazi, tempi e voci che ci appartengono.
Lo facciamo con strumenti vecchi, strumenti nuovi e strumenti vecchi usati in modo nuovo. E con tre parole chiave: riflettere, proporre, agire.
Con questa newsletter, il nostro blog e il nostro podcast vogliamo stimolare una riflessione per orientarsi in un mondo sempre più complesso, fornendo una piattaforma per discutere possibili alternative. Senza mai presentare situazioni e soluzioni in bianco e nero, ma tentando di far emergere sfaccettature e prospettive spesso sommerse dalla velocità delle narrative cui siamo sottoposti quotidianamente.
Con i nostri strumenti per l’orientamento – EA Test e i ranking, oltre a una sorpresa che vi comunicheremo presto – cerchiamo di sviluppare nuove politiche e soluzioni innovative, suggerendo modifiche a strumenti esistenti o modi per ridisegnarli radicalmente. Sapendo che risolvere un problema nel mondo reale non significa eliminare o districare la complessità di cui sopra, ma mettere a fuoco tanto la ricchezza quanto i limiti che essa comporta.
Con la nostra attività nelle scuole, creiamo degli strumenti e promuoviamo esempi virtuosi per far conoscere situazioni e soluzioni che portano avanti la nostra idea di educazione, o per denunciarne altre in cui qualcuno viene lasciato indietro. Senza fornire un manuale d’istruzioni, ma ricercando con ciascuno gli strumenti per poter scrivere il proprio.
Con questo numero voglio solo farvi alcune anticipazioni di ciò che avverrà nei prossimi mesi, e cogliere l’occasione per farvi gli auguri. Ma tante novità bollono in pentola, e abbiamo bisogno del vostro supporto perché la nostra azione sia sempre più radicale, sempre più rilevante, sempre più efficace.
Preparatevi, perché quest’anno bisognerà unire le voci e fare un sacco di rumore.
Buon 2023!
L’illustrazione che vi proponiamo per questo nuovo anno è stata realizzata da Aurora, che la accompagna a una splendida riflessione sui nuovi inizi, sulla nostalgia e su ciò che forse tiene insieme le due cose: il tentativo di comprendere noi stessi e chi ci circonda, di far incrociare i percorsi senza perdere la direzione, che poi forse non sono altro che il tentativo di trovare un posto per tutti in un mondo complesso.
Alla fine di ogni anno mi coglie sempre un gran senso di nostalgia e, per cercare di metterlo a tacere, è facile cascare nei bilanci di fine anno.
Tra avvenimenti e quotidianità, mi piace osservare come siano diversi i percorsi di ognuno. Siamo strani, facciamo slalom, saltiamo, strisciamo e gravitiamo come piccoli satelliti sulle strade di questo mondo immenso e complicato che spesso non riusciamo a capire.
C’è chi nel corso di un anno ha raggiunto la vetta, chi invece sta cercando qualcosa ma non sa proprio dove sia. C’è qualcuno che ha cambiato rotta e c’è chi si è fermato un po’.
Le nostre strade si incrociano con quelle degli altri dando via a una vera improvvisazione della coreografia di questa danza sfrenata, un po’ come se volessimo incastrarci al meglio l’uno accanto all’altro per trovarci a nostro agio. Cerchiamo contatto, conforto, pace. A volte ci facciamo del male, ma quanta carica che ci diamo l’un l’altro. A pensarci bene, in fondo, quella che provo non è nostalgia, ma il desiderio di un nuovo inizio.
Per qualsiasi domanda, dubbio o curiosità potete scriverci come sempre all’indirizzo mail redazione@educationaround.org. Per restare aggiornat* su tutte le novità, invece, tenete d’occhio i nostri canali social: